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Pelago, Firenze, Italy
"OVUNQUE TU SIA DA QUALUNQUE LUOGO TU VENGA QUI VIVE L'UOMO E COME TALE SARAI ACCOLTO". Realtà nella quale vengono accolti minori e diversamente abili,da zero a diciotto anni per un massimo di 6 utenti. La Casa Famiglia " il Melograno" vuole essere un punto di riferimento per le situazioni che non trovano risposta . Essa fa parte dell' Associazione " Le Case" con sede a Pomino ( TEL. 055-8318918), la quale ha avviato nella zona quattro case famiglia tutte gestite da coppie con figli,una per ragazze madri,due per bambini e una per minori e diversamente abili . Per contatti: Tel\Fax 055-8326040 e-mail: cf.ilmelograno@gmail.com

venerdì 29 gennaio 2010

Bufala:"Dare un p.d.s. a chi denuncia il datore di lavoro nero"

Roma – 28 gennaio 2010 - È durata solo qualche ora l’ipotesi di dare un permesso di soggiorno a chi denuncia il datore di lavoro. Così come quella di una regolarizzazione permanente affidata alle autodenunce degli stessi datori.

Erano previste dal disegno di legge comunitaria, all’esame del Senato, per recepire una direttiva europea sulle sanzioni per chi dà lavoro ai clandestini. Stamattina però in Aula il Pdl e la Lega, supportati dal governo, hanno prima chiesto una bocciatura, poi approvato uno stralcio: in pratica, quelle proposte vengono trasformate in un disegno di legge autonomo, che tornerà in Commissione con tempi ed esiti incerti.

Di fatto, si tratta di una clamorosa marcia indietro, dal momento che quello stesso testo, proposto dal Partito Democratico, era stato approvato in commissione anche con i voti del centro-destra. Governo, Pdl e Lega sembrano essersi accorti solo stamattina dell’effetto che avrebbe avuto su centinaia di migliaia di immigrati senza permesso di soggiorno e su chi dà loro lavoro.

“Non ci sarà nessuna affrettata sanatoria per extracomunitari o lavoratori in nero. Abbiamo stralciato l'articolo 48 della legge comunitaria affinché su questi aspetti si continui ad agire nel solco della legge Fini-Bossi, ingresso di quote limitate e regole specifiche per il lavoro stagionale e delle norme ulteriori introdotte a contrasto della clandestinità e per l'integrazione'' ha dichiarato il capogruppo del Pdl Maurizio Gasparri.

Sandro Gozi, capogruppo del Pd nella commissione Politiche della Ue di Montecitorio definisce lo stralcio “scandaloso”. “Quella è una norma che ci chiede l'Europa ed il governo Berlusconi ha risposto con una scelta che chiarisce le sue intenzioni, cioè di non disturbare il mercato nero. Inoltre, nella stessa giornata il governo vanifica così il suo stesso piano di controlli varato dal Cdm contro il lavoro nero''.

Elvio Pasca

Articolo illuminante

ROMA -11 febbraio 2009 - La colf è filippina, il venditore di collanine africano, il fioraio pakistano, il bancarellaro cinese, lo stupratore... rumeno. È la psicosi di un tempo malato, dove la peggiore violenza diventa “etnica”; dove il branco che distrugge la vita di una ragazza non è giudicato per ciò che ha fatto, ma per il luogo da cui proviene.

I dati raccontano altro. Il sito la voce.info rivela che dal 1990 al 2003 il numero dei permessi di soggiorno si è quintuplicato (dallo 0,8 al 4 per cento) mentre la criminalità è lievemente calata; e aggiunge che tale stima è indicativa anche per ciò che riguarda la parte “sommersa” e cioè gli irregolari e i crimini non denunciati. Ma cosa contano i dati quando una nazione intera ha voglia di lavarsi la coscienza?
Noi, folla inferocita che ha voglia di dimenticare. Noi non vogliamo vedere che gli specialisti degli stupri a base di pasticche e alcol sono giovani spesso borghesi e benestanti. E che in oltre tre quarti delle violenze sessuali lo stupratore ha “le chiavi di casa”. E che le nostre città sembrano fatte apposta per gli agguati, perché sono buie e piene di periferie degradate, perché nelle discoteche la droga gira come acqua minerale, perché di sera la metro chiude e i bus diventano rarissimi, perché le feste giovanili sono sovente territori fuorilegge dove tutto è permesso.

Noi non possiamo vedere questa realtà, perché mette in discussione troppe certezze: la famiglia sacra e protettiva, i nostri ragazzi bravi figli, il campanile stracittadino che ci è tanto caro. Quindi molto meglio scaricare tutte le colpe sul parafulmine straniero. Più “lui” è colpevole, più siamo innocenti noi.

Restano tante domande appese, ignorate. Se la nostra legge considera un’attenuante commettere dei crimini sotto l’effetto di droghe, la colpa è dei rumeni? Se i nostri magistrati considerano normale mandare a casa chi ha appena stuprato una donna, la colpa è dei rumeni? Ed è colpa loro anche se la mamma di Nettuno dice che il suo figlioletto sedicenne complice del rogo del barbone è un ragazzo di buon cuore traviato dai più grandi?

Nessuno assedia le auto della polizia, nessuno ha fame di linciaggio quando ai domiciliari viene portato “un bravo ragazzo” italiano che ha stuprato per scommessa, che ha bruciato un uomo per gioco. Nessuno chiede conto alla classe politica di una legge per cui uno stupro vale meno di tre anni di carcere, quindi vale la libertà condizionale; e di un’altra legge che ritiene impossibile la custodia cautelare quando il reato di cui si è accusati prevede la condizionale. Nessuno chiede conto alla giustizia italiana dei suoi occhi chiusi sulle violenze commesse sulle donne islamiche, da uomini che applicano in Italia la sharia più brutale che nel loro Paese non potrebbero applicare. E nessuno osa mettere il naso nella famiglia, dove la violenza è più sottile e più tragica, perché in quel caso un uomo abusa di chi gli ha regalato la sua fiducia e la sua vita, perché spesso nella sua atrocità coinvolge dei bambini, perché non di rado a chiudere la bocca della donna sono sentimenti come paura, vergogna, senso di colpa che si aggiunge allo strazio.

“Spiegate ai figli la gravità di certi gesti”, dice Giovanni Bollea. Ma bisognerebbe prima spiegarlo alle madri e ai padri. E poi spiegare che “certi gesti” non hanno colore né razza.

Sergio Talamo

Le CASE dell’associazione le C.A.S.E.


Dall’avvio delle attività ad ora l’associazione ha attivato quattro case
famiglia , una casa di accoglienza e due centri sono in fase di ristrutturazione:
Casa famiglia “ il melograno“ Attiva dal 1998 a Pelago (FI) : 6 posti per minori
e adolescenti in situazione di disagio.
Casa famiglia di Pomino Attiva dal 2001: 4 posti per nuclei familiari, donne,
gestanti e madri con figli, nel comune di Rufina (FI)
Casa famiglia “ Io sono mio “ Attiva dal 2005 in località Morello a Sesto
Fiorentino (FI): 4 posti per minori dagli zero ai 18 anni,
Casa famiglia “ I girasoli “ Attiva dal 2006 a Farneto ( Vicchio, FI ): 4 posti
per minori dagli zero ai 18 anni.
Tutte le strutture sopra elencate hanno idoneità al funzionamento e rapporti
con ASL, comuni, tribunale per i soggetti in accoglienza.
Inoltre
Casa di accoglienza di Baroncelli, Attiva dal 2001 al 2005 a Baroncelli, Bagno a
Ripoli. (F). Inizialmente (2001) per giovani maggiorenni in fase di stacco dalle
case famiglia, in seguito per migranti ( dall’ottobre 2005 ha cessato l’attivita)
Centro S.I.eC.I. Attivo dal 2000 al 2007. Centro di formazione ed attività
didattiche sullo sviluppo sostenibile a Sieci (Pontassieve). Promosso da Mani
Tese: l'associazione le CASE ha collaborato per le attività di accoglienza e
formazione. L'esperienza si conclude per vendita del podere da parte della
Madonnina del Grappa e proseguirà al centro Aia Santa (vedi sotto).
Centro “Aia Santa”, a Vespignano ( Vicchio ) in fase di ristrutturazione; sono
già svolte attività di formazione per giovani sul tema degli stili di vita e
dell'economia responsabile, campi di lavoro e dall'autunno 2008 residenza
protetta per giovani maggiorenni.
Centro “ I piani “ a Rincine ( Londa ) in fase di ristrutturazione.
Le case attive sono visibili su:
Visualizza sedi ass. Le CASE in una mappa di dimensioni maggiori
Molti degli immobili sono stati ottenuti dalla Diocesi di Fiesole e da quella di Firenze: due
in comodato d’uso gratuito per periodi di nove anni rinnovabili, tre con un contratto di
affitto; il centro “I piani” , dalla Comunità Montana Montagne Fiorentine, mentre il centro
“Aia santa” è stato acquistato dall’Associazione con una donazione di Mani Tese nazionale.
Tutte le case attivate sono state ristrutturate utilizzando fondi propri ed altri fondi
messi a disposizione dalla Regione Toscana, dall’Ente Cassa di Risparmio di Firenze,
dall’associazione Mani Tese, dall’associazione Emmaus Italia e con il contributo operativo di
molti volontari tra cui gli Universitari Costruttori di Padova, gruppi Scouts, gruppi di
volontariato locale e soci dell’associazione. Inoltre le case famiglia di Monte Morello e di
Farneto sono state arredate a titolo gratuito dall’IKEA di Firenze.

LINK costituzione italiana

costituzione italiana in 9 lingue

mercoledì 27 gennaio 2010

Regole della Casa Famiglia “Il Melograno Pelago”



1.Rispetto, chiarezza e correttezza nei confronti di tutti.
2.Imparare a dialogare e confrontarsi con gli altri.
3.Parlare il più possibile in italiano.
4.Nelle camere dopo le 23,00 si va per dormire.
5.Per gli spostamenti si usano i mezzi pubblici.
6.Non si esce di SERA, o tutto il giorno o più di uno, se non con persone che collaborano e conosciute (che danno fiducia) ai Responsabili della Casa Famiglia.
7.Portare a termine i propri impegni assunti (scuola, patente, Att. Sportive, incontri con i parenti, tirocinio,etc).
8.Paga settimanale 10euro a 16 anni 15euro a 17 anni.
9.Rispettare gli orari stabiliti all'interno della C. F.
10.Non si va nelle camere degli altri.
11.Non usare telefonini a tavola.
12.Non si fuma in casa (per chi ha il vizio di fumare).
13.Pulizia della propria camera il Sabato o la Domenica.
14.Aiuto in cucina nel giorno in cui non ci sono impegni concordati e già stabiliti.
15.Sono consentite tre uscite pomeridiane, nei giorni stabiliti dai responsabili.
16.Trovare un lavoro dopo la conclusione del periodo scolastico.
17.Le uscite dai parenti sono stabilite una volta al mese concordando un giorno specifico con i responsabili in accordo con i servizi.
18.No al viaggio nel Paese di origine (solo dopo la maggiore età) se uno rimane ancora in C.F. in accordo con i responsabili trovando le modalità giuste.

E' importante ricordare che:

In questa Casa esistono dei valori e delle regole che vengono trasmesse a chi vive e frequenta questo luogo al fine di migliorare e favorire soprattutto un cammino di autonomia e di responsabilità, per poter diventare uomini in grado di vivere dignitosamente.
C'è la massima disponibilità nell'aiuto degli impegni di ogni ragazzo (finanziario, d'ascolto, nel trovare una occupazione lavorativa, etc) sempre nel rispetto dei ruoli.
La Casa Famiglia non è un albergo, ma un luogo di convivenza comune, quanto più possibile serena.
E' una famiglia dove si possono incontrare tensioni, gioie e tutte le dinamiche che ne scaturisce.

Qualsiasi idea che viene in mente ai ragazzi va discussa e concordata con Rita , Roberto e Simone.

Procedura da seguire per i Minori Stranieri Non Accompagnati

COMPITI DELL’ASSISTENTE SOCIALE per INSERIMENTI E SEGNALAZIONI


Fase 1 URGENZA : collocazione e prime segnalazioni


Le FF.OO. segnalano al Servizio Minori e Famiglia un MSNA; l’Assistente Sociale colloca il minore presso un CPA.

Se il minore è stato collocato direttamente dalle FF.OO. presso un CPA, l’A.S. il giorno seguente recepirà tale inserimento dalla struttura e si attiverà per gli adempimenti di competenza.


Se il minore si dovesse presentare presso la sede del Servizio Minori e Famiglia deve essere inviato, per gli accertamenti rispetto all’identificazione, presso le FF.OO.; in caso le FF.OO. dell’Ordine non lo identificassero il minore verrà collocato presso un CPA e verrà fatta contestualmente una segnalazione a Procura presso il Tribunale per i Minorenni, al Giudice Tutelare e al Comitato Minori Stranieri dell’inserimento del MSNA. (allegato 1 e 1 bis segnalaz. non identificato) specificando che il minore non è stato identificato.


Per tutti i minori il giorno stesso della segnalazione da parte delle FF.OO. l’A.S. dovrà comunicare alla Procura presso il Tribunale per i Minorenni, al Giudice Tutelare e al Comitato Minori Stranieri l’inserimento del MSNA. (allegato 2).


Entro 3 giorni dall’inserimento verrà inviato al Comitato Minori Stranieri la Scheda “A” (allegato 2bis e 3) debitamente compilata (se il minore è inserito nel Bando ANCI dovrà essere riportato la data in cui è stato inserito nel Programma Nazionale). Alla scheda dovrà essere allegato un documento di identità del minore con fotografia. (Per documento si intende: passaporto, carta consolare, altri documenti legalizzati dal paese di origine in Italia o dal consolato italiano nel proprio paese, carta ONU. Tutti gli altri documenti non sono riconosciuti.)


Fase 2 POST URGENZA: presa in carico del minore in Pronta Accoglienza


L’A.S. entro una settimana dall’inserimento in Pronta Accoglienzaalla presenza di un mediatore culturale al fine di: dovrà effettuare un colloquio con il minore

  • Informare il minore circa la normativa vigente in materia di minori stranieri non accompagnati e di asilo politico (permesso di soggiorno, rimpatrio assistito, asilo politico, ecc.), di lavoro minorile e di obbligo formativo.

  • Acquisire informazioni riguardo alla famiglia di origine del minore: generalità, residenza, recapiti telefonici, situazione socio-economica del nucleo.

  • Acquisire il parere del minore riguardo al rimpatrio assistito, ed ai suoi eventuali motivi ostativi.

  • Storia del minore sia nel suo paese di origine che in Italia (cosa faceva, motivo della sua venuta in Italia, mezzi per arrivare, ecc.).


L’A.S. entro 14 giorni dall’inserimento in Pronta Accoglienza dovrà:

    1. inviare al Comitato Minori Stranieri la Scheda “C/D” (allegato 4);

    2. inviare relazione al Giudice Tutelare per l’apertura della tutela nel caso il minore non abbia parenti sul territorio;

    3. elaborare, in accordo con la struttura di pronta accoglienza, un primo progetto educativo individuale che rimarrà agli atti del Servizio Sociale e della struttura di accoglienza.


Entro 30 giorni l’A.S. invierà al CMS la Scheda “B” (allegato 5) con allegati, se in possesso, i dispositivi emessi dal Giudice Tutelare (tutela) e dalla Questura (permesso di soggiorno).


Nel frattempo l’A.S. dovrà, se il minore ha parenti in Italia con regolare permesso di soggiorno, convocare il parente, informarlo riguardo alla normativa vigente in materia di minori stranieri non accompagnati e della posizione giuridica relativa alla tutela, affidamento. Se il parente è disponibile alla tutela l’A.S. segnalerà al Giudice Tutelare la situazione.



Fase 3: PRESA IN CARICO


L’Assistente Sociale, passato un mese dall’inserimento in pronta accoglienza, avrà cura di:

  1. verificare il PEI e aggiornarlo attraverso colloqui con il minore e il responsabile della struttura;

  2. inviare al CMS ogni ulteriore informazione e documentazione riguardante il ragazzo;

  3. inviare al CMS una relazione di aggiornamento sulla situazione del minore almeno ogni 6 mesi a meno di cambiamenti significativi dello status del minore;

  4. elaborare un eventuale inserimento in comunità residenziale. Tale eventuale passaggio deve essere comunicato al GT e al CMS (allegato 6).


Fase 4: INSERIMENTO IN COMUNITÀ EDUCATIVA


L’Assistente Sociale, passata una settimana dall’inserimento in comunità, avrà cura di:

  1. verificare il PEI della PPAA e iniziare a rielaborare un progetto educativo che miri all’autonomia del minore che rimarrà agli atti del Servizio Sociale e della struttura di accoglienza;

  2. inviare al CMS ogni ulteriore informazione e documentazione riguardante il ragazzo.

  3. inviare al CMS una relazione di aggiornamento sulla situazione del minore almeno ogni 6 mesi a meno di cambiamenti significativi dello status del minore;

  4. aggiornare il TM o il GT in caso di affidamenti ai sensi della 149/201 ogni sei mesi.



PROCEDURA PER ALLONTANAMENTI ARBITRARI DEI MINORI


Nel momento in cui una PP.AA. e/o una comunità educativa comunica al Servizio Minori e Famiglia l’allontanamento arbitrario di un minore, l’A.S. dovrà comunicarlo (allegato 7) tempestivamente a:

  1. Procura della Repubblica presso il Tribunale per i Minorenni;

  2. Giudice Tutelare;

  3. Comitato Minori Stranieri.



ULTERIORI ADEMPIMENTI

Sarà cura dell’Assistente Sociale referente del minore inviare comunicazioni al Giudice Tutelare e al Comitato Minori Stranieri inerente il compimento della maggiore età e la conclusione del progetto educativo.