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Pelago, Firenze, Italy
"OVUNQUE TU SIA DA QUALUNQUE LUOGO TU VENGA QUI VIVE L'UOMO E COME TALE SARAI ACCOLTO". Realtà nella quale vengono accolti minori e diversamente abili,da zero a diciotto anni per un massimo di 6 utenti. La Casa Famiglia " il Melograno" vuole essere un punto di riferimento per le situazioni che non trovano risposta . Essa fa parte dell' Associazione " Le Case" con sede a Pomino ( TEL. 055-8318918), la quale ha avviato nella zona quattro case famiglia tutte gestite da coppie con figli,una per ragazze madri,due per bambini e una per minori e diversamente abili . Per contatti: Tel\Fax 055-8326040 e-mail: cf.ilmelograno@gmail.com

domenica 18 ottobre 2009

Davanti al crescente rifiuto dello straniero noi diciamo...

mer 05 nov 2008

Viviamo un tempo segnato dall'inquietudine. Il lavoro è sempre più precario,le retribuzioni e le pensioni non crescono in proporzione all'aumentare del costo della vita,anzi vi sono persone che perdono il lavoro e devono accettare nuove situazioni occupazionali con salari più bassi e incerti. I prezzi crescenti del petrolio,delle materie prime e dei beni alimentari rendono chiaro che le risorse sono limitate. Le donne e gli uomini si sentono più soli,cresce l'insicurezza,piccoli e grandi atti di criminalità comune e violenza vengono rilanciati e amplificati dalla stampa e dalle televisioni contribuendo ad accrescere la paura. Vincere l'inquietudine e proseguire in una strada di progresso sociale e umano è possibile ma richiede scelte radicalmente nuove rispetto al modo di vivere e di consumare. Ciò metterebbe in crisi l'attuale sistema politico ed economico .C'è chi non vuole e non può permetterlo,perderebbe il suo ruolo di potere sulla società. Per non affrontare alla radice i problemi veri si inventa un nemico,lo si addita alla gente: é lo Straniero. È lo straniero che porta via il lavoro,è lo straniero che ruba,che è violento,che ci porta via la casa , che sfrutta le nostre risorse,che mina la nostra identità,la nostra fede,il nostro benessere .Chi ha avuto in casa accanto ai propri anziani una governante dell'est Europa piuttosto che dell'Ecuador o della Bolivia ovvero ha nella propria azienda lavoratori albanesi o marocchini o rumeni o ucraini sa bene che la realtà è molto diversa da come ce la raccontano la televisione ed alcuni giornali nazionali e locali. È pur vero che una parte dell'inquietudine degli italiani è causata da forme odiose di criminalità e di comportamenti deviati da parte di cittadini italiani e di cittadini immigrati.

Questi fatti non ci autorizzano tuttavia a criminalizzare in massa gli immigrati comunitari ed extracomunitari,anche se entrati sul territorio italiano senza permesso,e ancor meno alcuni di loro solo perchè appartengono ad una specifica etnia. Purtroppo la paura dello straniero e la sua criminalizzazione è un fatto sociale che si ripete nel tempo. Ne sono stati vittima gli italiani che emigrarono in massa verso altri stati,i veneti e poi i meridionali che andarono in Piemonte.
L'insicurezza diffusa nella popolazione è un problema serio e come tale va trattato;non è lecito -anzi è criminoso- farne argomento di propaganda per catturare il consenso politico ed elettorale sull'onda dell'emotività e non della ragione. I provvedimenti che colpiscono indiscriminatamente gli immigrati sono dannosi,non creano sicurezza. Rendere più complesso e lungo il rilascio di un permesso di soggiorno,rendere più difficili i ricongiungimenti famigliari,non permettere a chi avrebbe un lavoro di ottenere il permesso di soggiorno,questo non crea sicurezza ma genera paura e instabilità tra le persone immigrate. I datori di lavoro -aziendale o domestico- con dipendenti stranieri,sanno bene quanti disagi costi e quanti danni (perdite di ore lavorative) subiscono essi stessi ed il loro personale per ottenere il rilascio od il rinnovo del permesso di soggiorno.
Se la sicurezza di tutti è una cosa seria,allora il problema va trattato seriamente:occorre perseguire chi compie atti delinquenziali,fare processi rapidi,condannare i colpevoli,dare certezze alle pene. Invece,gli stessi gruppi di potere politico che additano gli stranieri come criminali,gli stessi che vogliono introdurre il reato d'immigrazione clandestina,propongono poi di sospendere per un anno i processi per furti,rapine,atti di vandalismo,ecc. Occorrono politiche di integrazione rigorose e lungimiranti:interventi di riqualificazione del territorio,politiche penali rinnovate,che fondino la legalità sulla prossimità e sulla giustizia sociale.
Crediamo si costruisca sicurezza laddove si costruisce Accoglienza,dove le persone si sentono riconosciute,dove tutte le donne e gli uomini partecipando consapevolmente alle scelte che riguardano la vita comune. Per noi credenti poi la strada è una sola:costruire sicurezza con scelte concrete di accoglienza di chi è diverso da noi per mentalità,cultura,comportamenti...ed entra nelle nostre comunità per poter vivere una vita dignitosa ,avere un lavoro,far crescere i propri figli nella sicurezza.
Le Diversità vanno conosciute e accettate,le persone vanno accolte,occorre collaborare in ogni ambito della vita sociale in nome della comune umanità,della sostanziale unità della famiglia umana nella diversità delle sue espressioni. La comunità Diocesana non può tacere o lasciare a poche organizzazioni il compito di fare delle azioni di accoglienza e di contrasto al crescente clima di rifiuto dello straniero. Occorre un impegno corale che coinvolga i laici,la stampa e gli organi di informazione cattolici,le associazioni e le organizzazioni ecclesiali,i sacerdoti,il Vescovo.
Consapevoli che i processi di integrazione sono particolarmente complessi e che sino ad oggi nazioni diverse percorrono strade diverse,riteniamo indispensabile correre il rischio della ricerca di vie di integrazione efficaci.

Come credenti vogliamo impegnarci a soddisfare il bisogno che ha ogni Uomo e ogni Donna di sentirsi inserito in una Comunità dove si è rispettati e protetti,dove si faccia continuamente esperienza di Accoglienza e Collaborazione reciproca,una Comunità che recuperi il significato autentico di lavoro prima di pretendere che tutti accettino un qualunque lavoro,una società capace di considerare la Diversità come realtà feconda.

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